Il fregio che orna la facciata dell’antico Spedale del Ceppo a Pistoia è considerato un capolavoro del Rinascimento italiano e della città di Pistoia. Si tratta di un’opera commissionata dallo Spedalingo Leonardo Buonafede. In un primo momento Buonafede commissionò a Benedetto Buglioni la lunetta con l’Incoronazione della Vergine sopra alla porta d’ingresso dell’antica corsia degli uomini (1511-1512); poi, tra il 1525 e il 1529 chiamò Giovanni della Robbia (1469-1529) ad eseguire i tondi che si trovano in facciata, mentre nel 1526-28 Santi Buglioni realizzò sei delle sette opere di misericordia del fregio. L’ultima scena – che raffigura dare da bere agli assetati – fu compiuta nel 1586 dal pistoiese Filippo Paladini (1544-1614). Il Fregio mostra le sette opere di misericordia come sono presentate nel Vangelo di Matteo (25, 36-41). La decorazione parte dal lato sinistro con il riquadro raffigurante vestire gli ignudi. Più avanti si trova la scena dedicata a visitare gli ammalati dove, ai lati, sono due infermi a letto che vengono assistiti da due medici e alcuni aiutanti, mentre al centro compare il Buonafede. Visitare i carcerati rappresenta al centro lo spedalingo accompagnato da una figura vestita di verde – da riconoscere in san Leonardo, suo santo eponimo e protettore dei carcerati. Segue la formella del seppellire i morti, dove lo spedalingo presiede al funerale di un defunto. Accanto è raffigurato dar da mangiare agli affamati, mentre l’ultima formella, che descrive dar da bere agli assetati, rappresenta un altro spedalingo, Bartolomeo Montechiari, mentre distribuisce l’acqua in brocche e ciotole ai numerosi astanti che lo circondano.